Carissimi colleghi, come la maggior parte di voi sa già il 31/12/2011 finisce la mia attività lavorativa alla Telecom.
Volevo porgervi un affettuoso saluto e mi scuso con voi perché non ho organizzato neanche una piccola festicciola.
In realtà non avrei nulla da festeggiare. E poi dovrei invitare tutti i colleghi più cari: ma i colleghi più cari siete tutti voi e dal punto di vista organizzativo sarebbero sorte tante difficoltà.
Sono entrato alla Sip quando avevo 18 anni e frequentavo il quarto anno delle Superiori. Colsi subito l'occasione. Da allora sono trascorsi oltre 37 anni e sinceramente non me ne sono nemmeno accorto.
Quando c'è stata qualche difficoltà ho cercato di adoperarmi per dare il mio contributo, a qualsiasi ora del giorno e della notte. Ma voi del resto, avete fatto la stessa cosa con me.
E' chiaro che nel corso di questi 37 anni inevitabilmente, i piccoli problemi non sono mancati. Ho cercato di risolverli attraverso il dialogo con colleghi, assistenti, capotecnici, responsabili e ingegneri; a volte i problemi si son risolti, a volte no.
In ogni caso ho sempre continuato a lavorare con lo stesso impegno di prima.
Ricordo che nel passaggio dal 5°al 6° livello non riuscivo ad accedere al bando di concorso perché non avevo il diploma di maturità. Così' a 38 anni non ho esitato a ritornare di nuovo sui banchi di scuola, e ho conseguito il diploma di maturità di Perito Elettronico con 60/sessantesimi.
Ritengo che la mia disponibilità verso questa azienda non è stata semplicemente dalle 08.30 alle 16.38 ma è stata incessante in tutti questi anni. Infatti quando veniva richiesto il mio intervento ho sempre cercato di liberarmi, non solo perché ciò mi procurava un certo guadagno, ma anche perché questo mi faceva sentire utile all'azienda e alla società in generale. Quelle poche volte che sono rientrato a casa senza riuscire a risolvere il guasto ero davvero dispiaciuto e insoddisfatto.
Ho lavorato anche sotto lampi, tuoni, alluvioni, non esitando a rimuovere con l'ausilio di bastoni serpenti neri attorcigliati sopra apparati hdsl, topi tra i fusibili della 380, e correndo a casa diverse volte a cambiare i vestiti perché assalito dalle zecche. A volte intervenendo di notte in appartamenti perché dentro vi era una bts fuori servizio, o in campagne alla ricerca del sito, con cani randagi nelle vicinanze.
Ho lavorato tutti questi anni con grande impegno e lealtà, riuscendo ad instaurare un rapporto di fiducia
con tutti. Certo, mi sarà capitato qualche volta di passare in un bar a prendere un gelato, ma
ho sempre cercato di recuperare il tempo perduto. Il mio obiettivo è sempre stato sempre quello di risolvere il guasto, con o senza straordinario.
Sono stato felice di aver realizzato il progetto di un semplice cerca coppie utile ai colleghi che lavorano da soli per il riscontro delle stesse, costruendone circa 80. Se consideriamo che per ognuno di questi impiegavo circa un'ora e mezza nel costruirlo, ho dedicato almeno 120 ore di lavoro da casa all'Azienda.
Sono orgoglioso di aver lavorato alla Sip poi diventata Telecom Italia, perché è una società in cui credo e che ha permesso di realizzarmi come persona e di costruirmi una famiglia. Ritengo che il lavoro sia una cosa fondamentale nella vita di una persona perché tramite di esso ci si impegna socialmente e con il denaro guadagnato onestamente si è liberi.
Sono anche orgoglioso di aver dato il mio piccolo ma personale contributo per la crescita di questa azienda per quasi 40 anni.
Sono stato convocato la prima volta il 09/04/2010 per andare in mobilità e non avendo mai preso in considerazione l'idea di dovere lasciare il lavoro prima della pensione, ho rifiutato.
Ma l'azienda in meno di 2 mesi mi ha fatto cambiare idea. Ho trascorso giorni difficili al pensiero di andare via prematuramente e non nascondo che a parlarne con i colleghi spesso mi commuovevo.
Avrei dovuto fare 4 anni di mobilità e 3 mesi di finestra, ma ho dovuto accettare. Poi a causa della riforma finanziaria i mesi della finestra si sono protratti a 11. Aspettare quasi cinque anni per andare in pensione non mi sembrava opportuno, avendo solo 53 anni ed essendo nella condizione di lavorare agevolmente. E poi perché scappare via da questa azienda? Cosa avevo fatto di tanto male?
Allora ho avvisato l'azienda che avrei desiderato lavorare per quegli 11 mesi, promettendogli di andare via regolarmente dopo questo arco di tempo.
A febbraio venni di nuovo convocato e confermai la mia promessa. La firma era prevista per fine ottobre con uscita il 31/12/2011 ma per esigenze aziendali, ho dovuto firmare anticipatamente in confindustria a giugno. Volevo sottolineare che il ritardo della mia uscita è dovuto esclusivamente alla riforma finanziaria.
In tutti questi anni di lavoro mi son sempre adeguato alle esigenze dell'azienda, con efficienza e impegno costante. Sarei stato molto felice di continuare a lavorare, considerando che ho soltanto 55 anni.
Ma l'azienda ha la necessità di ridurre il personale e poiché io rientro tra coloro che possono andare in mobilità, mi adeguo alle sue esigenze.
Sono convinto e felice di aver fatto il mio dovere fino all'ultimo; e soddisfatto delle scelte che ho fatto in questi 37 anni, guardandomi indietro, non avrei cambiato nulla. Vi ringrazio di avermi rispettato e voluto bene. Mi scuso se qualche volta inavvertitamente mi sono comportato male nei vostri confronti. Mi mancherete. Vi auguro un buon proseguimento di lavoro e vi invito, quando avete tempo, a visitare il mio sito radioamatoriale www.it9aak.it
Qui, se vi va, potrete contattarmi.
Cordiali Saluti
Salvatore Scirto